Wednesday 4 February 2009

archivio (52) Quarta sponda

L'hotel e' in Baladiya Street, di fronte alla sede locale delle Nazioni Unite. Naturalmente, secondo la mappa del Touring Club Italiano (che si trova online) la strada si chiamava via Generale Emilio De Bono, e di fronte c'era il comando militare della colonia. 
E' ancora presto per farsi un'idea precisa - sono arrivato solo ieri sera, e stamattina sono uscito per comprare le sigarette. Ma la sensazione di essere in Sicilia e' forte. Le strade strette, le case a due o tre piani, bianche, le porte aperte sul marciapiede, poca gente in giro, macchine parcheggiate ai due lati della strada. Polvere, marciapiedi sconnessi, cicche di sigarette per terra. La brezza del mattino e' fresca e porta l'odore del porto, non molto lontano. Non sono stato fuori molto, ho girato intorno all'isolato e sono tornato per un caffe'. Il quale e' terribile, ma come dicono gli inglesi non e' il caso di lamentarsi. Ci sono cornetti nella vetrina calda, urne di succo d'arancia orgogliosamente quasi vuote, mele e banane, una scatola solitaria di cereali, e - per fortuna - un barattolo di Nutella, la quale, con il cornetto, mi salva la mattinata e perfino il caffe' sembra bevibile. 
Dalla finestra si vede un minareto, ma non ho sentito nessuna chiamata alla preghiera. Forse stavo ancora dormendo. 
Mah. Vedremo come si sviluppa la situazione. Ho visto due donne, una all'aeroporto ed una per strada: coperte da capo a piedi ma non il viso. Una aveva gli occhi viola. 
Meglio che la smetta e che mi prepari. Doccia, barba, fra un'ora passano a prendermi. 
La quarta sponda.

Le quattro del pomeriggio e con Jeffrey usciamo per fare una passeggiata in questa citta' che non conosciamo. L'albergo e' poco fuori dal centro, di fronte al distretto militare. Giriamo a sinistra in via De Bono e scendiamo verso la cattedrale. I marciapiedi sono a mattonelle di cemento, i cordoli di granito grigio. L'asfalto della strada e' liscio ed antico. A sinistra vecchi edifici a tre o quattro piani, probabilmente governativi, a destra il muro di cinta della caserma. Poco dopo giriamo a sinistra e siamo in piazza della cattedrale. A destra il doppio arco in stile Impero del palazzo dell'INPS, a sinistra il palazzo delle Poste, in cima ad una decina di gradini bianchi lunghi quanto la facciata, caldi dal sole. Attraversiamo la strada per andare all'ombra, ed entriamo nella frescura dei portici di Corso Vittorio Emanuele. Il caldo del pomeriggio di agosto tiene quasi tutti i negozi chiusi - apriranno verso le cinque. Il colonnato dei portici, ed il soffitto a cassettoni in stucco e' molto elegante, ma scrostato ed ingrigito dagli anni e dall'incuria. Attraversiamo un paio di traverse - via La Spezia, via Savona, via Genova, e proseguiamo sotto i portici. Poca gente, uomini in occhiali da sole che parlano al telefono. Poco dopo sbuchiamo nel sole di Piazza Castello. A destra, il porto, chiuso dal molo di ponente, qualche nave ormeggiata, il mare blu. Attraversiamo la strada su strisce pedonali quasi cancellate, evitando il traffico che non si ferma. A sinistra si perde verso ovest la prospettiva di Corso Sicilia, con i suoi edifici in stile moderno, ed altri portici da entrambi i lati. Di fronte, ciclopico, il Castello. Bastioni color ocra nel sole, la muraglia arriva quasi fino al mare e sparisce alla vista dietro l'angolo, costeggiando il porto. In cima, all'angolo con la porta per la citta' vecchia, il bassorilievo di san Giorgio, che io credevo messo li' dai Cavalieri di Malta verso il 1525 e che invece fu messo da Mussolini, continua ad uccidere il drago. 

Giriamo sotto i bastioni dal lato del mare, e proseguiamo. Due colonne quadrate con in cima una caravella di bronzo ed una figura a cavallo non meglio identificata fanno guardia al mare. 

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