Wednesday 4 February 2009

archivio (42) Il bugiardo I

1983: Il bugiardo

Don Baldo e' prete, anche se officia poco. E' un personaggio importante in Italia: dirige una importante ONG di ispirazione ed espirazione cattolica. Ed e' anche un bugiardo. Mente per convenienza, per calcolo, per furbizia. Insomma, mente per soldi.

Sono anni grassi per le ONG, gli anni ottanta: la DC e il PSI si sono infatti divisi i paesi poveri in "zone d'influenza", e una legge apposita (una specie di manuale cencelli degli aiuti) ha reso disponibili grandi quantita' di soldi. Soldi nostri cioe', soldi di chi paga le tasse. 
Le ONG di ispirazione democristiana lavoreranno in certi paesi africani, mentre quelle laiche e socialiste faranno progetti altrove. Tutti sono contenti: I soldi che lo stato destina alla cooperazione tramite ONG sono proporzionatamente divisi, e - quel che e' meglio - sono praticamente a fondo perduto: non si devono restituire, ne' ci sono controlli seri su come vengano usati. La ONG di Don Baldo e' fra quelle piu' quotate a Piazza del Gesu', Don Baldo ha il santo protettore a Montecitorio. 

Nel 1983 io non so quasi niente di tutte queste cose. Ho ventitre' anni, vivo gia' da solo, ho un lavoro, una moto e una ragazza (notare l'ordine), gioco a basket la domenica e leggo libri o vado al mare il resto del tempo. Ma ho degli amici a cui sono affezionato. Uno di questi, chiamiamolo Pietro, si laurea in agraria e sceglie di fare il servizio civile invece del militare. Si iscrive alle liste, lo assegnano (o forse sceglie, non ricordo piu') alla ONG diretta da Don Baldo. Contratto da volontario, cento dollari al mese per vivere, spese pagate, due anni di fila in Africa.

La sera prima della partenza, tutti gli amici riuniti nella casa al mare. Francesca, capelli rossi e occhi verdi da strega gli fa l'oroscopo cinese, i-king: getta i bastoncini sul tavolo, consulta il Libro dei Mutamenti. "Cambiamento duraturo al di la' del mare" e' la sua interpretazione. 
Pietro parte. Don Baldo lo manda subito ad un corso di preparazione teorica sul volontariato. In Germania. Pietro obietta: "il tedesco non lo capisco"
"non ti preoccupare, il corso e' in inglese, e' organizzato dalla CEE"
Pietro va. Il corso e' in tedesco, la CEE non lo organizza ma paga organizzatori e ONG partecipanti. Pietro scopre che Don Baldo manda tutti i suoi volontari a quello stesso corso. Scopre anche che ci sono corsi in altre lingue in altri posti, ma che questo paga di piu' per ogni volontario e costa di meno come alloggio. 
Pietro tutto sommato e' italiano: gli sembra normale. Tenta di non dormire, e quando torna dal corso Don Baldo lo mette sull'aereo per Ismailia. Dieci ore. Don Baldo telefona alla madre di Pietro: 
"E' arrivato ad Ismailia, grazie a Dio, si, si sta benissimo, telefonera' presto dal nostro ufficio"

Pietro telefona dopo quattro settimane: Non c'e' il telefono nel villaggio di Ismailia dove vive con altri due volontari in una baracca di legno: deve guidare mezza giornata per arrivare al telefono pubblico piu' vicino, di quelli con la manovella da far girare mentre si parla. La guerra civile imperversa in Ismailia: Don Baldo proibisce ai suoi volontari di guidare fuori dal paese, quindi il telefono e' irraggiungibile. Ma sta bene, a parte un piccolo attacco di dissenteria: e' contento, sta gia' lavorando ad un progetto di riforestazione. Sua madre si preoccupa:
"Dissenteria? cosa ha detto il dottore?"
"Ehm..non c'e' il dottore qui. Ma sto bene, abbiamo scatole intere di Bimixin"
"Il Bimixin e' solo un tappo, mica ti cura la diarrea"
"Bevo acqua e sale mamma, non preoccuparti"

Preoccupatissima, la madre di Pietro chiama Don Baldo.
"Signora, per l'amor del cielo. Abbiamo dottori italiani abilissimi in Ismailia. Le assicuro che Pietro e' in ottime mani".

Passa un mese, arriva finalmente una lettera di Pietro. La dissenteria gli e' passata, un medico dell'esercito Ismailiano la cui compagnia e' passata dal villaggio per reclutare fra i ragazzi locali gli ha venduto degli antibiotici. Ora sta imparando la lingua, lavora. Hanno visto la cometa di Halley, che dall'Italia non e' stata visibile. 
Uno degli altri due altri volontari e' stato richiamato in Italia da Don Baldo perche' si era innamorato di una ragazza locale, voleva sposarla. OK, la ragazza era anlfabeta e faceva la cameriera al bar locale in cambio di vitto ed una stanza col letto sul retro, ma pare che fosse buona e bella. Il volontario, diciotto anni di montanaro della provincia di Sondrio e' ripartito piangendo. La ragazza e' rimasta a lavorare al bar. Qualche mese dopo, quando il ventre comincera' a notarsi, il padrone la buttera' fuori.

Dopo sei mesi Pietro scrive ancora. Sta bene, si e' comprato un cavallo, gira per la riforestazione a cavallo, risparmia benzina e arriva dove non si guida. Inoltre gli Ismailiti, ardenti cavalieri, lo rispettano di piu', gli offrono da bere. Poi non scrive piu'. Don Baldo al telefono assicura che va tutto bene, la guerra civile ha interrotto la posta.
"Ma allora sono in zona di guerra? non dovrebbero essere evacuati?"
"No no, e' una guerriglia signora mia, scaramucce, a piu' di cinquecento chilometri, loro non hanno problemi, Dio li guarda".
Madre e sorella di Pietro si guardano in faccia. E la posta allora chi l'ha interrotta?

Con la sorella di Pietro camminiamo assieme da quando avevamo quindici anni, da quando la vidi per la prima volta e le scrissi una lettera d'amore. Lei la lesse, due dita sulle labbra a nascondere il sorriso, poi alzo' lo sguardo e mi disse: "La risposta e' no. Ma andiamo a mangiarci un gelato, dai". Da allora camminiamo assieme, anche se molti pensano che stiamo assieme. Lei ha un cervello di prima classe. Mi dice"
"Don Baldo dice minchiate, sta prendendo in giro mia madre"
Capisco quello che vuole dire. 
"Io ho le ferie e in Africa ci sono sempre voluto andare"
Mi guarda negli occhi, ha deciso. Andiamo a cercare Pietro.
(1 - continua) 

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