Wednesday 4 February 2009

archivio (20) Rizzo IV

Molti anni dopo, forse 1996. E' ormai notte fonda e io sto arrivando dalla capitale, gli ultimi chilometri un susseguirsi di tornanti che scendono vertiginosamente dall'altopiano. Non e' prudente guidare di notte su questa strada, e io sono da solo in macchina. Ma ho ritardato perche' mi e' successo una cosa, storia raccontata altrove. Entro in citta' scendendo piano lungo il viale. La citta' e'  piena di alberi, come si conviene ad un posto francese. Svolto nella traversa, l'asfalto sparisce, mi inoltro nel buio del quartiere dove abito, arrivo davanti a casa, automaticamente getto un'occhiata di fronte: il cancello di casa di Rizzo e' chiuso, ma c'e' luce riflessa negli alberi del cortile al di la' del muro. Il mio zabagna' sente il motore del Wagoneer e mi apre il cancello, avvolto nel suo gabi di cotone. Entro piano, parcheggio nel cortile, spengo il motore. Il silenzio improvviso gradatamente si riempie dei suoni della notte: musica araba da qualche casa, i grilli nel giardino, lontana fuori citta' una iena ulula orribilmente, come fanno sempre. Entro in casa, lo zabagna prende la borsa dalla macchina e mi segue. La luce del soggiorno/cucina e' accesa, lo schermo nero del pc mi guarda come se non mi conoscesse. Sul tavolo un piatto, coperto con un altro. La ragazza ha cucinato per me, ma stanca di aspettare se ne e' andata a dormire nella sua camera sul retro del cortile. Ma va bene cosi', sara' anche la governante ma qui comanda lei.

Mi lavo mani e faccia, mi siedo, mangio. Lo zabagna si affaccia alla porta:
'Rizzo dice vieni'
Guardo l'orologio: e' passata mezzanotte.
Finisco di mangiare, esco, attraverso la strada. Lo zabagna' di Rizzo sente il mio cancello aprirsi, i miei passi, e mi apre prima che abbia il tempo di bussare. Entro nel cortile. Il camion non c'e' piu' da molti anni, e l'Alfa Romeo nemmeno. Ora Rizzo ha una gia' vecchia 124 verde bottiglia. La sua vista non e' piu' quella di un tempo, ma non ha imprtanza: conosce ogni strada e ogni svolta della citta' a memoria, e i cittadini tutti conoscono la sua macchina e si levano di mezzo quando passa, pedoni, tassisti, asini e cammelli tutti.

Rizzo e' seduto al tavolino, nella veranda, la radio accesa piano trasmette Radio Londra. Con voce un po' gracchiante mi fa:
'Cosa ti e' successo? E' tardi! Mi sono preoccupato'
'Niente. Ho investito una pecora'
'Una pecora? e dove?'
'Quattro pecore, in effetti. Sopra Hirna'
'Ahahahhahaha voi ragazzi non sapete guidare. Quanto ti hanno fatto pagare?'
'240 Birr'
'Ehhhhh bravo bravo...ieri Terry ha comprato la pecora per fare l'arrosto e l'ha pagata 80 Birr al mercato...siediti dai, siediti! bevi un goccio che sei ancora tutto spaventato!!'
'Grazie Rizzo, ma whisky non ne voglio. Dammi un ouzo'
Rizzo gira la testa verso il fondo della veranda: 
'Rita..porta la bottiglia dell'ouzo'
Una macchia di ombra si alza da terra e sparisce in cucina. Torna ancheggiando sotto i lunghi indumenti delle donne Oromo e lascia bottiglia e bicchiere sul tavolo. Guardo Rizzo. Ha quasi ottanta anni, e le gambe gia' corte di suo si sono arcuate come quelle di un cowboy dopo l'incidente che gli distrusse l'Alfa, anni fa. Il lucido sui capelli glieli fa nerissimi, e il nasone si staglia alla luce della lampadina appesa al soffitto. Beviamo.
'Novita'?'
'Niente di nuovo, Rizzo. Il nuovo governo ha detto che sono democratici e che faranno le elezioni presto'
'Ah! e le somale sono vergini!'
faccinarossa.gif 
'Pietro dov'e', Rizzo?'
'Ma non lo so, e' partito ieri con l'altra macchina, ha detto che andava a Giggiga a comprare tubi per l'acqua...senti ci sei stato al Club?'
Il Club e' il circolo italiano 'nella capitale, covo della comunita' italiana residente, bar, ristorante, campi sportivi, videoteca, bisca pubblica. Costruito al centro della citta', a ridosso della piazza principale, e' il bastione della tradizione italiana risalente direttamente all'anteguerra nel modo di pensare e di comportarsi, a prescindere dall'eta'.
"Ci sono passato Rizzo, ma lo sai che il posto non mi piace. Voi residenti da molto ci guardate male a noi arrivati solo pochi anni fa'
'Ma perche' voi siete strani! Non vi ubriacate! Non andate a caccia e nemmeno a puttane! Specialmente i professori della scuola italiana, sembrano tante checche...'
'O Rizzo...come fai a dire che io tutte queste cose non le faccio?'
'Ahahahahah tieni bevi...sai cosa ha fatto il prete mentre non c'eri?'
'padre Antonio? Che ha fatto?'
'Ha cambiato l'orario di lavoro degli uffici nella parrocchia. Tutti se ne vanno alle cinque e mezza e alle sei meno un quarto di ogni giorno arriva la sua puttana, sale in ufficio...'
'Di' la verita' che sei invidioso della vitalita' di padre Antonio'
'Ma che cavolo dici, giovinotto! Io alla sua eta' me ne facevo tre al giorno!'
'Sul camion?'
'Una la mattina a casa, una sul camion all'andata, e una al ritorno!'
La notte riempie il cortile e la veranda. Bevo. 
"Ah Rizzo, come te non ne fanno piu'...'

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