Wednesday 4 February 2009

archivio (32) This is China

Shanghai, 23:30

Non e' il solito albergo questo. Quincey, che fa la segretaria nel mio ufficio di qui mi ha detto che per qualche motivo o un altro tutti gli alberghi che usiamo di solito sono pieni, quindi mi ha trovato questo. E' vicino all' ufficio, forse dieci minuti a piedi, quindi non mi lamento. Poi una volta arrivato ho scoperto che e' nuovissimo, pulitissimo e silenzioso. Ed e' un residence piu' che un hotel, quindi ho il letto, il tavolo con quattro sedie e perfino il cucinino col tostapane e il microonde. Il tostapane. In Cina. Mah.

Ma comunque stasera alle otto ero gia' tornato. Cenato presto col mio collega, una bettola, noodles fatti a mano in brodo di carne e verdure, birra per due, forse 2 euro. Una volta in camera mi sono spogliato, messo in pantaloncini e vecchia canottiera da basket, e naturalmente msn non funziona. La censura cinese su internet e' assoluta. Il forum me lo fa vedere, ma una volta si e una volta no. Ci ho rinunciato presto e alle otto ero gia' bello sdraiato a letto, con in mano il libro di Patrick O'Brien che ho comprato prima di partire per venire qui. 

Devo essermi addormentato con il libro in mano e la luce accesa (mi capita spesso). Mi ha svegliato il telefono. 

[traduttore automatico=on] 

- pronto?
voce di donna, inglese stentato ma riconoscibile
- hello. vuoi massaggio?
- ...massaggio..? 
- massaggio, solo massaggio, si.
- Ehmm...quanto?
- Cento yen.
- Cento yen (dieci yen per euro...mumble mumble...). Va bene.
- Fra dieci minuti. Bye 
-click -
Sono rimasto sdraiato com'ero, pensando che forse mi stavo per mettere in un guaio. Eppure un massaggio-massaggio alla schiena mi era sembrata una buona idea. 
Dopo dieci minuti toc toc alla porta. Mi alzo, metto il libro da parte, passo dalla scrivania (questa, su cui c'e' il 'puter), prendo portafogli e soldi e li metto nel cassetto, fuori vista. Poi vado ad aprire. 
Lei e' piccola, come tutte le cinesi, capelli lunghi neri, jeans neri, maglietta bianca a maniche lunghe che racchiude un bel seno piccolo.
- Ciao. Allora, massaggio?
- Err.. si, entra. Ciao
Mi passa accanto, anzi sotto. E' proprio piccola. Forse un metro e cinquanta. Mette la borsetta sul tavolo, si gira, mi guarda in faccia con gli occhi neri e ripete:
- Solo massaggio, cento yen.
- Va bene. Sei brava a massaggiare?
- Oh si. Ho fatto scuola di massaggio in Hunan.
Imbarazzatissimo, sto li' in piedi come un salame. Lei, efficentissima si toglie le scarpe sportive basse e va a lavarsi le mani. Quando torna, con in mano uno degli asciugamani dell'albergo mi trova sempre li' in piedi. Indica il letto e ridacchia.
- Sdraiati!
Mi sdraio, pancia in giu', avambracci sotto la testa. La tipa salta leggera sul letto, mi mette l'asciugamano sulla schiena (sopra canotta e pantaloncini), e comincia il lavoro. 
E' brava, non c'e' che dire. Dita forti ma gentili, sa dove sono muscoli e ossa, va su e giu' dal collo al coccige in modi e stili diversi. Mi rilasso. E' veramente una massaggiatrice e non una zoccola.
Chiacchiariamo un po'. Cioe', lei chiacchiera, a me viene difficile, con le sue braccia e mani intente ad afferrarmi tutti i fasci muscolari e a rivoltarli uno per uno. Grugnisco piu' che altro. Dopo dieci minuti la ragazza sposta l'asciugamano sulle gambe, si siede a cavalcioni sulla mia schiena e procede a torturarmi le gambe. Scopro muscoli che non sapevo di avere, ma non e' affatto male. Sto quasi per addormentarmi quando si tira indietro e mi fa:
- Girati!
- Cosa!? Cioe'..
Mi rendo conto che posso girarmi, sono solo rilassato e non c'e' niente che mi possa imbarazzare. Mi giro. Efficentissima, la tipa comincia con un braccio e scende fino alla mano, passando da tutte le ossa, comprese quelle piccolissime del carpo. Poi prende le dita e massaggia pure quelle. Appoggia la mano aperta sulla mia, mi guarda e ride.
- Oh! mano grande!
Dopodiche' procede a frustarmi il braccio tenendomi la mano e sbattendola, tentando con discreto successo di fare uscire l'omero dall'articolazione della spalla a frustate. Dopodiche' mi gira intorno e procede a ripetere il lavoro sull'altro braccio. Ha il viso un poco lungo, bocca grande, naso piccolo. Fa un buon odore. 
Poi, senza fermarsi ne' esitare, passa al petto. Inginocchiata da un lato affonda le dita nei miei pettorali stanchi e ormai rilassati, e impasta. Scende al ventre, i fianchi, e con una naturalezza impressionante evita le parti critiche come se non ci fossero e scende alle gambe. Qui si sbizzarrisce: massaggia con le dita e con il palmo, colpisce con taglio della mano, si siede sulla gamba e tira il piede di qui e di li, tentando di staccarlo, proprio come uno sfasciacarrozze con un pezzo di motore arrugginitissimo. Poi risale alla coscia, affonda le dita fra le cosce, stringendo, e con lo stesso tono mi fa:
- sesso, ok?
La mia sorpresa e' totale. Praticamente come questa faccina: crazy.gif 
Ma non sia mai detto che KT si fa mettere in imbarazzo da una sbarba cinese. Vai, come avrebbe detto JB.
- OK. Quanto?
- Sesso, cinquecento yen.
- Troppo caro. Quanto vuoi per sesso orale solamente?
Inspiegabilmente arroscisce e scuote la testa.
- No, sesso orale no. Con la mano, duecento yen.
- Ma dai, e' carissimo. A Hong Kong costa la meta' (non ho idea, ma bluffo. La ragazza non c'e' sicuramente mai stata a HK, se no con il massaggio che fa l'avrebbero assunta subito)
- A Hong Kong..? 
Ci pensa un attimo abbassando la testa, poi torna all'attacco.
- OK. Quanti soldi hai?
A questo punto mi viene da ridere, ma mi trattengo e continuo il mercato.
- Guarda, ho solo trecento yen in tutto. 
- Come? Tu, uno straniero?
- Ma si! Non sai che gli stranieri pagano con la cosa di plastica?
- Ahhhh.. OK mi dai trecento yen e facciamo sesso. 
- Guarda, ti do' cento per il massaggio e cento per sesso.
- OK. Va bene. 

...come 'OK'? Shiiiiit t!!! Merda...mi ha fregato...non credevo che cedesse, contavo di non raggiungere un prezzo accettabile. Accidenti a me che non conosco il mercato locale e i prezzi...l'ultima marchetta che mi ricordo di aver pagato costava ventimila lire...E ora cosa faccio?

Ma prima che possa fare qualunque cosa lei e' gia' saltata giu' dal letto e ha cominciato a spogliarsi. Ordinatissima, mette jeans e maglietta sulla sedia, si toglie velocemente l'intimo bianco e rivela due bellissimi seni, forse seconda misura e quindi splendidi, un ciuffetto nero appena accennato, e (sigh) totale assenza di fianchi. 
- Doccia!
- Ehm...si, OK, certo, vai pure avanti...
In un attimo e' sparita nel bagno e sento l'acqua che scorre. Questo e' il momento di fare una rapidissima autoanalisi etico-morale, e regolarsi di conseguenza. Ci sto o non ci sto?
L'autoanalisi dura quasi due secondi. 
Certo che ci sto. Che gentiluomo sarei altrimenti? La gentildonna ormai si aspetta che io mantenga l'impegno preso. Vado nella doccia anche io.

La doccia e' da ridere, fra spruzzi e acqua ovunque. Si e' messa in testa quelle cuffie da bagno che regalano gli alberghi per non bagnarsi i capelli. Si appassiona immediatamente alla mia boccetta di bagnoschiuma alla mandorla. La guarda, la odora, e con gli occhi mi chiede se ne puo' prendere un po'. Gliene verso nelle mani e lei torna professionista. Mi lava velocemente tutto, compresi i punti critici i quali, a onor del vero, non stanno seguendo le mie decisioni con molto entusiasmo. Poi asciugamanata veloce, a letto. Qui arriviamo subito al culmine della serata.
- Ecco il condom 
Dice, producendo un pezzo di stagnola. Lo apre, ne estrae una cosa dello stesso colore - giuro - dei post di Camilla, e procede ad applicarla come da istruzioni. Fino circa a meta'. Dopodiche' il condom finisce. Alzo la testa dal cuscino, mi guardo. Mi viene da ridere, e dico:
- Cos'e', un condom per turisti giapponesi?
La ragazza mi guarda, capisce, e si rotola sul materasso ridendo e sghignzzando come una pazza. Ride per cinque minuti buoni, ripetendo 'per giapponesi...' Ad un certo punto penso che soffochera' per mancanza di fiato. Nel frattempo viene da ridere anche a me. La guardo. I fianchi sono sbagliati, la schiena non e' la stessa, la pelle e' altrettanto liscia ma piu' scura, i capelli piu' lunghi, i piedi diversi. Sorridendo, mi alzo dal letto, prendo i soldi dal cassetto. Mi guarda. Glieli do', e sempre sorridendo le dico:
- Vai a casa.
- Come? Niente sesso?
- Niente sesso. 
Mi tocco la testa con due dita, come ad indicare dentro. Dico:
- Un'altra donna. Qui.
Non so se capisce, ma sicuramente sembra contenta. E direi. Ma professionista com'e' prova ancora:
- Sicuro? niente sesso?
- Ma no, dai, basta il massaggio. Sei bravissima a fare i massaggi. 
Mi crede, salta dal letto agile, in breve e' gia' rivestita. 
- Ancora massaggio? Domani? Questo e' il mio numero.
Mi da' un bigliettino da visita bianco, solo un numero di telefono e un nome: Shu Li.
Mi rimetto i pantaloncini, la accompagno alla porta, apro.
- Ciao Shu Li, buonanotte.
Ha un sorriso splendente. Ma non dice niente, e sparisce nel corridoio dell'albergo.

solo massaggio. Proprio. Che jerk che sono. Questa e' la Cina.

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