Wednesday 4 February 2009

archivio (2) Verso Kashgar II

Naturalmente io sogno....a Kashgar ci sto arrivando dall'altra direzione, ed in aereo. Questo viaggio non e' come andare comodamente a New York con China Girl (altra storia): questo e' un volo nazionale, l'aerolinea e' cinese, il vecchio Airbus 300 trema e vibra come un treno, i sedili di economica sono stretti e pigiati fra di loro..meno male che i cinesi sono piccoli.... Ritorno alla realta'...come al solito insomma, scomodo, lunghissimo, pieno di sorprese e di cose nuove. Come piace a me in fondo. 

Intanto i voli sono domestici: da Hong Kong a Shanghai, e da qui a Urumqi, capitale della regione autonoma dello Xinjiang sono due ore piu' sei di volo. Otto ore, e siamo sempre in Cina. Arrivero' ad Urumqui stasera, giusto in tempo per prendere un altro aeroplanino (o forse un dromedario bactriano) per Kashgar, altre due ore di volo. Dieci ore. Come da Roma a Citta' del Capo. Questo paese e' dannatamente grande.
..dieci ore piu' tardi. Avviso: sto postando sotto l'influenza dell'alcool, I'm PUI, so very much PUIssimo.... 

[Lucio Dalla: Anna e Marco] 
Albergo della Posta di Artushi, un'ora di strada da Kashgar. La favolosa Kashgar non l'ho vista neanche di passaggio. Ad aspettarci all'aeroporto (i miei tre colleghi di Shanghai e me) c'era il direttore dell'ospedale di Atushi. Lui e' un Kirghiso, capelli e occhi neri, ma naso come il nostro e faccia indoeuropea. Gli stiamo dando mezzo milione di euro in tre anni per costruire l'ala di oftalmologia pediatrica dell'ospedale (la piu' vicina e' a Islamabad, in Pakistan, duecento chilometri ma aldila' del Pamir) e per stabilire un servizio oculistico itinerante per i nomadi dell' altopiano: costoro in citta' non si avvicinano proprio, e rimangono ciechi, sopratutto i bambini, per carenza di vitamina A e per il deserto. E se Maometto non va alla montagna.... 

La valle dove sorgono queste citta' doveva essere una volta un grande mare interno: c'e' sabbia e solo sabbia, mischiata a pietre lisce e rotonde, all'infinito, fino all'orizzonte ad occidente, dove si intravedono i primi contrafforti delle montagne da dove scendevano le carovane....poi, in una larga depressione a fondo valle, il giardino: il verde si estende fra le case e i cortili di mattoni ocra, un'oasi non dissimile da quelle del grande Erg, l'alto deserto africano...eucalipti invece di palme...mi fanno vedere un obelisco, fuori citta'. Indica il centro geografico dell' Asia, o in altre parole, il posto piu' lontano dal mare che esista su questo pianeta...ma tutto questo verde in mezzo alla sabbia significa acqua. E da dove viene questo fiume che irriga i frutteti e le vigne? Dovro' scoprirlo. 

Ci hanno portati all' "albergo della posta", due stelle. Carino, nuovo, pulito. Moquette rossa sulle scale attaccata con le spille di sicurezza. Stanza enorme, come sembra essere la regola da queste parti. Sul tavolino davanti al divano, invece del solito vassoio di frutta, 3 vassoi: fichi bellissimi, maturi e succosi....gialli. Mai visti fichi gialli...pesche, albicocche e susine. Sul tavolino un coltellaccio tipo machete, due palmi di acciaio rilucente. Questo mi ha incuriosito..."a che servira' mai?" pensavo, rigirandolo in mano e saggiandone il filo "certo non per le pesche"...poi ho scoperto che per terra, al lato del divano, c'e' anche un melone cantalupe da due chili ed una anguria striata intera....ospitalita', o cosa? 

Ci hanno portati a cena. Tavolo girevole alla cinese, bastoncini e tazzine di te verde...poi arriva la birra. Una cassa intera di Tsingdao, e siamo solo sette.... il mangiare: pescetti di fiume minuscoli, fritti, da prendere coi bastoncini e mangiare interi...creste di pollo arrosto (COSA? si, si, creste di pollo, spellate ed arrostite. Non male, non male affatto, un po' callose forse...quelle di gallo sono enormi, bisogna magiarsele a morsi dai bastoncini)...poi un magnifico stufato di funghi shiitake col resto del pollo (zampe e testa comprese), aglio e prezzemolo, saporitissimo...lo spezzatino di manzo e patate era una meraviglia, insalata verde, lattughe bollite a minestra....insomma, buonissimo tutto, e non scherzo. E' proprio vero che al mondo esistono solo tre cucine fondamentali: quella cinese, quella indiana, e quella italiana of course... 

E i brindisi: qui mangiano e brindano, con discorsi e tutto. Il direttore dice la sua, cin cin con tutti e tracanna il bicchierozzo di birra. Poi tocca a me dire la mia, fare cin cin e tracannare...poi ad uno ad uno tutti gli altri...il tipo deve essere uno che gli piace questa cosa. Continuava a farmi riempire il bicchiere, e a tracannare...e lui pure...d'altronde vuole trattarmi bene: sono qui per firmare il contratto con l'ospedale, per dargli i soldi....una cosa interessante e' osservare quando si toccano i bicchieri durante il brindisi: l'altezza relativa del bordo di un bicchiere rispetto all'altro riflette lo status sociale di coloro che stanno brindando...in altre parole il bicchiere del capo sporgera' sempre di un paio di dita in alto durante il brindisi...

[flashback=Africa, molti anni fa]. "...abituati all'alcool", mi diceva il frate cappuccino, sorriso di avorio nella faccia nera. "Gli affari si fanno a cena, bevendo, non in ufficio. Abituati all'alcool..."[/flashback]. 

[Franco Battiato: Voglio vederti danzare]. 
Non so quando riusciro' a postare questo. Ma d'altronde non e' questo il motivo per cui scrivo. Perche' scrivo? mah...forse perche' vorrei che chi legge fosse qui (well, NON tutti. ..solo alcuni...o forse anche di meno di alcuni). 
O forse per soddisfare la mia vanita', come al solito.... 
"..siamo solo umani..." 
"questa, mio caro, non e' mai stata una scusa..."

[Wilson Pickett: Everybody needs somebody to love (Jake&Elwood version)] 
Domani giornata piena: riunioni e discussioni dalle otto di mattina alle nove di sera...ma non voglio pensarci ora...nonostante la birra non ho sonno. Sara' stato che ho dormito su tutti gli aerei....

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