Monday 16 February 2009

Libri volanti

Di questi tempi, sara' per il monsone, sara' per un periodo meno pieno di lavoro del solito, mi diletto a leggere piu' del solito ( ani_biggrin.gif ). Naturalmente KT non ha pretese culturali quando legge. Anzi: l'idea stessa di un libro culturale gli provoca una vaga repulsione, come avere in bocca un sapore di metallo marcio. Quest' analogia e' presa direttamente da Idoru, di William Gibson. Sulle orme del Cyberpunk, di cui Gibson e' stato dichiarato ufficialmente responsabile, Idoru e' un viaggio elettrico fra lo stardom moderno e gli ambienti giapponesi bagnati di pioggia e neon, sia virtuali che reali, che egli creo' per il primo suo romanzo del genere, Neuromancer. Uno stile sincopato fra virtualita' reale e personaggi da favola visti con gli occhi della quattrodicenne Chia McKenzie, fan del gruppo pop Lo/Rez alle prese con l'idea che il suo idolo Rez voglia sposare una donna virtuale, una idoru, fra mafiosi della Kombinat russa e la Citta' Murata virtuale dei teenager giapponesi, vale sicuramente la pena: gran libro. 

Naturalmente non leggo un libro alla volta: ne tengo alcuni aperti assieme per terra accanto al letto, altri sul divano, e altri in borsa: non si sa mai cosa mi senta di leggere. Finito ieri, di nuovo, History of Hong Kong, di Frank Welsh: visto che ci vivo mi piace sapere la storia del posto. Piacevolmente cross-referenced, vi ho trovato lo stesso Lugard, qui governatore agli inizi del novecento, che anni prima usava la mitragliatrice Maxim contro i seguaci del re del Buganda nell'opera seminale The Scramble for Africa di Thomas Packenham, ricostruzione accuratissima e non apologetica dei trent'anni alla fine dell'ottocento che videro il Continente penetrato e diviso fra le cancellerie e i ministeri d'Europa. Gran ritratto di Leopoldo del Belgio, re e sfruttatore, insieme con tantissimi altri personaggi. Stanley, gallese finto americano, Brazza, italiano finto francese, Emin Pasha', tedesco finto sudanese...per tacere di 'Cinese' Gordon, generale inglese e anima tormentata, la cui testa rimase a Khartoum. Non perdibile, cameo del giovane Winston Churchill, assistente del Segretario alle Colonie, il quale annotava ai margini di un rapporto ufficiale del governatore dell'alto Niger: Si invita l'estensore ad adattare il linguaggio in uso nei rapporti ufficiali: coloro non familiari con il gergo del ministero di Sua Maesta' potrebbero interpretare che il vostro incarico consista nello sparare agli indigeni e rubar loro le terre'ani_biggrin.gif

Cos'altro ho sulla stufa? Ah si: Chickenhawk, di Robert Mason. Gran libro: il Vietnam da un elicottero, fra dubbi, morte e la mancanza totale di logica tipica dei militari di qualunque nazione. Si fa leggere tutto d'un fiato. Nella borsa del portatile, appoggiata qui accanto a me in attesa della pausa pranzo, Donnerjack, ultimo romanzo del mai troppo compianto Roger Zelazny. Fra Virtu' e Verite' (mondo virtuale e mondo reale) si aprono porte inaspettate: l'amore fra gli abitanti dei due regni diventa occasionalmente e impossibilmente fertile, e chi ne risulta dovra' capire non solo come, ma anche perche', e cosa c'entri il Signore dei Campi Profondi, il quale divenne in esistenza l'istante che la prima cosa vivente mori'. Fra il castello in Scozia abitato da fantasmi ai quali piace odorare il whisky, il treno virtuale chiamato Il Babbuino d'Ottone che si crea la ferrovia fra i piani dell'esistenza al ritmo di Dixie, e umani diventati esseri mitologici per le intelligenze artificiali, John D'Arcy Donnerjack prima, e suo figlio Jay dopo attraversano le pagine come Mizar, il segugio fatto di pezzi di ricambio e moquette. Gran libro, grande scrittore.

1 comment:

  1. Invece io un libro alla volta. Già dovevo leggere diversi insieme ai tempi dell'università.

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